Suino Nero - Azienda Agricola di Stefano

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Suino Nero

Caratteri Morfologici dei nostri suini:
Colore nero ardesia della cute su cui impiantano robuste setole nere che sul tratto cervicale, garrese , dorso , lombi raggiungono la lunghezza di 10 cm circa, assumendo la forma di una criniera, tanto da richiamare l’aspetto del cinghiale.



Testa allungata con profilo fronto-nasale tendenzialmente diritto, a volte con segni di celoidismo: gruppo appuntito e robusto: orecchie mediamente sviluppate dirette in avanti e in basso, spesso pendule. Presenza, spesso ma non sempre, di tettole alla mandibola, colo di medio sviluppo, tronco non eccessivamente lungo, depresso ai lati, addome leggermente avallato, linea dorso-lombare convessa, groppa inclinata, arti lunghi robusti, unghielli forti da gran camminatore.

Un Po’ di storia sul Suino Nero dei Nebrodi
Il suino nero siciliano si inquadra in quella che una volta veniva definita la razza popolazione “ Indigena siciliana “ che per alcuni autori ( Tucci, Giuliani ) deriverebbe da un ceppo indigeno, per altri (Faelli) alla sua formazione non sarebbero estranei soggetti della “ napoletana “ . Per Montanaro il suino nero siciliano discenderebbe dal “ Tipo iberico del Sanson “.
Il criterio del Sanson, si basava su alcuni caratteri tipici differenziali dello scheletro ( principalmente numero di vertebre dorsali e lombari) , definendo un tipo morfologico brachicefalo ( suino asiatico ) ed uno dolicocefalo ( suino dell’Europa meridionale), a quest’ultimo apparterebbero le razze suine Patornese e trapanese della Sicilia. In Sicilia sono state annotate e descritte dl chicoli ( 1970) numerose razze popolazioni suine e tutte derivanti dalla napoletana e con “ Pelame nero D’ordinario “: la razza di S. Agata di Militello diffusa in tutta la provincia di Messina e nella costa di Catania e Siracusa, azza di Castelbuono, razza Trapanese, razza Patornese , razza Cesarotana e la razza di troina.
Agli inizi del 1900 quella del suino nero era una razza molto diffusa, ma con la progressiva riduzione dei boschi è avvenuta la riduzione numerica del patrimonio suino autoctono siciliano e la graduale perdita di alcuni caratteri zoo tecnicamente interessanti.
L’utilizzo della carne suina era svariato, dalla preparazione di salami da consumare freschi, affumicati o essicati, ai prosciutti, all’impiego del grasso per la preparazione del lardo e della sugna, per non dimenticare il sangue per la preparazione del sanguinaccio (particolare noto era quello preparato a Trapani).


 
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